domenica 31 luglio 2022

25 anni in rete

 Era il lontano anno 1997, 25 anni fa, che mi sono procurato una connessione Internet. Era un periodo difficile della mia vita perché avevo problema con il lavoro. La mia azienda esisteva e io lavoravo, ma gli stipendi non arrivavano. Questo periodo è durato quasi un anno e ho fatto di tutto per superare la crisi finanziaria. Avevo creato un'applicazione per il PC, che non c'entrava niente con il web, e cercavo di venderla. Usavo Internet per la pubblicità, ma visto che questo era agli inizi e non molta gente lo possedeva facevo anche la pubblicità tradizionale: qualche annuncio a basso costo nei giornali e i depliant nelle caselle postali. Tutto andava relativamente bene ed era l'unico introito in quel periodo, ma comunque non sufficiente per coprire le spese. Quelli pochi risparmi che avevo diminuivano in continuazione. Non ci ho messo molto per capire che Internet può essere un'ulteriore fonte di guadagni e così ho iniziato con i primi siti dove esponevo i banner pubblicitari. Vista la mancanza dei mezzi finanziari, i siti che aprivo erano a costo zero, cioè sulle piattaforme che offrivano il hosting ed il dominio gratuito.

A settembre di quell'anno i miei risparmi sono andati a zero, avevo pagato l'affitto per l'appartamento per i successivi tre mesi, ma per fortuna sono riuscito a trovare un nuovo lavoro e così la mia situazione economica tornava nelle normalità. L'applicazione che avevo prodotto si vendeva ancora e a novembre è arrivato il primo assegno dagli Stati Uniti relativo alla pubblicità che gestivo sui miei siti. Sì, a quei tempi inviavano gli assegni per posta; non esistevano ancora i portafogli elettronici. L'assegno riportava la cifra di sessanta dollari. Ero felicissimo. Avevo letto tutto quello che trovavo su come aumentare la visibilità del sito e il numero dei visitatori e lo mettevo in pratica. Come cresceva il numero degli visitatori, aumentava anche il numero dei clic sui banner pubblicitari. Sei mesi dopo il primo assegno, ho guadagnato due mila e cinquecento dollari in un mese, più del mio stipendio a quei tempi. Le prospettive erano ottime e io ero super ottimista per il futuro, ma... Sono volato velocemente in alto, ma presto ho iniziato anche la discesa. Ho lavorato male perché mi sono accontentato dei risultati raggiunti molto velocemente e quando si lavora male, gli introiti calano.

Passavano gli anni e le cose andavano sempre peggio. Ho deciso di cambiare il modo di lavoro. Avevo investito in hosting e ho registrato il mio primo dominio personale. Ho aperto i nuovi siti gratuiti, prevalentemente i blog e le topliste, per avere i link proprio miei. Ho fatto alcune applicazioni in Visual Basic per aiutarmi a gestire il lavoro e per automatizzare alcune operazioni in rete che prima facevo manualmente. Così mi sono liberato un po' di tempo per dedicarmi alle cose più creative. Ho trovato anche i nuovi sponsor per diversificare il campo di lavoro. Il risultato non si è visto subito, ma io avevo pazienza e lavoravo duramente. Guadagnava mediamente tra cinquecento e novecento dollari al mese. Ero relativamente contento, ma sentivo che si poteva fare di più. Così è arrivato l'anno 2006. Le cose sono partite alla grande. Avevo triplicato i guadagni medi e due anni dopo, 2008, ho raggiunto il mio apice; in un anno ho incassato un importo con 6 cifre. Ero bravo a fare questo lavoro ma anche fortunato. Le condizione erano buone; eravamo all'inizio del boom economico in certi settori e non tanti hanno capito questo. Quando si è sparsa la voce dei guadagni elevatissimi, tutti volevano prendere la loro fetta e la concorrenza si è moltiplicata. Come era da aspettarsi, gli introiti hanno iniziato a diminuire, ma io sono riuscito nel frattempo a costruire la mia sicurezza finanziaria per il futuro e ho continuato a lavorare con un'intensità minore. Lavoravo fino a tarda notte e spesso andavo a letto alle 2 o 3 di mattina. Era ora di rilassarsi un po'.


Oggi lavoro ancora. Ho più di 100 siti, tra quelli con il mio dominio (attualmente ho 8 domini)  e quelli gratuiti. Ho ottimizzato il mio lavoro per non dover fare troppo e per poter fare quando ne ho voglia. Il successo finanziario non è più così stimolante per me e tengo di avere anche tempo libero per le altre attività che mi piacciono, prima di tutto per i viaggi. Ho preparato una tabella con i compiti da svolgere: semplificando, per ogni sito aggiungere 2 collegamenti all'anno e fare due pagine nuove oppure due aggiornamenti. Non suona molto impegnativo, ma considerando più di cento siti, non è proprio che mi annoio. La media dei guadagni è sotto quella che era all'inizio e si potrebbe dire che mi procuro una paghetta aggiuntiva al mese. Capitano anche i mesi nulli, dove non arriva niente sul portafoglio elettronico dedicato. Poco tempo fa mi sono fatto anche un regalo per questo anniversario di un quarto di secolo; mi sono comprato il nuovo PC. Quello vecchio era del 2007 e dopo 15 hanno è finito come un reperto di storia nella mia cantina; è ancora funzionante.


venerdì 27 agosto 2021

Sito inutile

 Da anni che faccio il webmaster, ma non ho mai fatto degli investimenti in questo affare. Uniche spese che ho sono due hosting provider ed i miei molteplici domini. Avrei sicuramente il costo del computer stesso con il collegamento ad Internet anche senza fare questo mestiere. Mai comprato i link, che molti fanno, mai investito in una compagna SEO, oppure una promozionale. Ma due anni fa mi sono stati offerti 50 euro da Google AdWord per provare il loro programma di pubblicità. Visto che era un'offerta ho deciso di provare, di allargare i miei orizzonti. Una volta iscrittomi nel programma mi hanno chiesto di aggiungere i miei 5 euro e ho fatto questo piccolo sacrificio.

Ho inserito nella campagna di promozione il mio sito Forex e ho seguito i risultati. Niente! Nulla! Ho avuto un po' di visitatori, un po' dai vari siti che usano AdSense e prestano il loro spazio alla pubblicità e un po' direttamente da Google, ma il risultato finanziario era nullo. Pensavo di poter investire, non so, 1000 euro e ricevere 1500, cioè avere un capitale con interessi, ma questa prova è stata del tutto negativa. L'anno scorso, tornato dalle ferie ho trovato un'altra promozione di Google che mi regalava 100 euro e senza alcuna aggiunta da parte mia. Visto che è del tutto gratuito, sarebbe stupido non riprovare. Ma questa volta ho scelto una tattica diversa: non pubblicizzavo il mio sito, ma direttamente il mio sponsor. Ho inserito il mio codice promozionale direttamente in AdWord e mi sono messo a seguire il risultato. Molto speranzoso, devo dire, perché l'idea mi sembrava molto buona. Perché far passare un potenziale cliente per il mio sito se può andare direttamente dallo sponsor.

Le statistiche che metta a disposizione il mio sponsor sono abbastanza dettagliate e riesco a vedere da dove proviene il traffico. Ed i visitatori sono venuti e tutto combaciava molto bene con le statistiche che mi forniva AdWord: si sa che noi affiliati siamo un po' increduli sulla correttezza di quelli che ci pagano e di quelli che paghiamo noi per certi servizi, ma in questo caso tutto perfetto. Tranne la cosa principale: investiti 100 euro, che meno male non erano miei, guadagnati 0 centesimi. Ho sentito che c'è gente che riesce a guadagnare in questo modo, ma a me è andata proprio male. Perché la cosa non funziona, almeno con i servizi che promuovo io, oppure ho commesso degli errori per la mia ignoranza. Ma ho acquisito una nuova esperienza, anzi due.

Mentre la campagna era in corso, ho avuto una comunicazione da parte dello staff di AdWord che si riferiva al mio sito, che era presente nel account da due anni fa, ma era inattivo nella campagna attuale. Semplicemente mi hanno detto che il mio sito era inutile, perché non dava informazioni utili ai visitatori e avevo soltanto pochi sponsor, cioè il visitatore non aveva molta scelta dove iscriversi per commerciare con le valute. Mi hanno dato anche un indirizzo con due esempi di utilità/inutilità dei due siti simili.

Brutta faccenda confermata anche dal fatto che un mesetto prima il mio sito è uscito dalla prima pagina dei risultati di ricerca e finito sulla quarta. Non sapevo cosa fare, come renderlo "utile" dal punto di vista del signor G. Ovviamente il verificatore umano non ha sfogliato bene le pagine ed esaminato dettagliatamente il contenuto, perché ci sono delle cose che non si trovano altrove. Avevo bisogno di qualcosa visibile, che faccia rendere conto all' ”ispettore” a prima vista che c'è qualcosa che è valido ed originale per un internauta. Ci ho messo un po' di tempo per arrivarci: ho creato un software Forex gratis che segue il trend delle valute e che i visitatori possono scaricare gratuitamente. Ci ho messo due settimane di lavoro e spero che questo lavoro sia pagato in termine di utilità. Non mi resta che aspettare i futuri sviluppi.

domenica 14 febbraio 2021

Hosting e domini

 Ho iniziato la mia carriera di webmaster nel lontano 1997, 14 anni fa, ma ho aperto il mio sito veramente mio per la prima volta nel 2000. Fino ad allora ho usato l'hosting gratuito, ma c'erano sempre problemi con questo. A volte succedeva che semplicemente smeteva di funzionare, o che dopo un paio d'anni chiedevano di pagare il servizio, oppure che il servizio all'inizio andava bene e poi è diventava insoportabilmente inaffidabile. Poiché inizialmente sono riuscito a capire come funziona l'intero sistema e ho guadagnato un po’ di soldi tramite gli sponsor, ho deciso nel nuovo millennio di diventare un po' più professionale e aprire un sito con il mio dominio e avere un hosting professionale. Ovvio, devo pagare per quest'ultimo. Dato che avevo guadagnato qualcosa, mi è sembrato giusto investire parte di quei soldi per migliorare l'attività. Il primo problema era come scegliere un buon hosting. Ho cercato informazioni e studiato varie soluzioni per quasi un mese. Molti fattori dovevano essere presi in considerazione e la decisione era piuttosto impegnativa. Alla fine ho deciso di affidare il mio destino web al provider WebAir, situato a New Jersey, negli Stati Uniti. Tutte le aziende offrono più piani, a seconda di ciò di cui l'utente ha bisogno. Per prima cosa ho optato per un server virtuale, ovvero il mio sito lo avrebbe condiviso con altri siti. Ovviamente, i miei siti gratuiti sono sempre stati su tali server. Costa molto meno di un server personale e questo è stato il motivo principale di questa decisione. Altri due fattori importanti che determinano il prezzo sono la quantità di memoria e la quantità di traffico inclusa nel prezzo di base. Non ho lesinato perché ero pieno di speranza per il futuro sviluppo del lavoro e ho scelto un piano che superava notevolmente le mie esigenze in quel momento.

Alla fine ho scelto un'opzione che mi costava 39,95 dollari statunitensi al mese. Ho anche registrato il mio primo dominio con lo stesso provider. La mia carriera semiprofessionale è iniziata, nel tempo libero. Ogni tanto ho avuto vari problemi con il provider, soprattutto con la memoria perché spesso mi capitava di non poter inserire nuovi contenuti perché non c'era spazio sul server, anche se la memoria che usavo io era dieci volte inferiore di quella che avevo pagato. Il problema era loro, quindi come vecchio cliente mi hanno trasferito a un livello superiore, ma allo stesso prezzo. All'inizio del 2020, ho ricevuto una notifica che WebAir è stata acquistate da una società più grande e che da una certa data dovrò svolgere tutte le mie attività attraverso di essa. Il suo nome è Nerivon. Alla fine, non mi interessa più di tanto; è importante che tutto funzioni come prima. E così è stato fino alla fine dello stesso anno.

Poi quelli di Nerivon mi hanno informato che per l'utilizzo del server di posta elettronica mi avrebbero addebitato 5 dollari per ogni dominio. Avevo 4 domini con loro, quindi questo significava un extra di 20 dolari al mese; più della metà di quanto pagavo per l'hosting stesso. La mia protesta, lo scambio di e-mail, ma loro sono più forti: alla fine vendono un prodotto e sta a me decidere se acquistarlo o meno. Il problema è che a volte sono molto pigro. Preferisco spendere di più, quindi non devo fare tutto il necessario quando cambio fornitore. Poi mi hanno detto che avrebbero trasferito i miei domini a casa loro. Il problema è che la registrazione con loro costa 3 volte di più rispetto al prezzo medio su Internet. Quello si che ha rovesciato tutto e mi ha fatto decidere di iniziare a cercare una nuova soluzione.

Circa 10 anni fa ho aperto un altro hosting con un provider olandese. Sono sempre stato molto contento del serevizio fornito e pago meno della metà di quanto mi costano gli americani. Una possibile soluzione era spostare i miei 4 siti da loro, ma... Preferisco non mettere tutte le uova nello stesso paniere, così dopo pochi giorni sono finalmente riuscito a decidere chi sarà il mio nuovo fornitore. La scelta è ricaduta sulla società di hosting francese Ikoula. A metà prezzo rispetto a Nerivon, e in più include anche HTTPS gratuito. Per i domini ho deciso di scegliere Namecheap in modo che sia indipendente dai miei hosting provider.

Con Namecheap è andato tutto molto liscio, come previsto: è solo una registrazione del dominio. Sono stati anche molto gentili e mi hanno contattato personalmente, non era una mail automatica, per ringraziarmi della fiducia e offrire il loro aiutio, se mi serve. All'inizio c'erano piccoli problemi con Ikoula e ho scoperto che la loro assistenza tecnica non è delle migliori, ma alla fine sono riuscito a risolvere il problema e al momento tutto funziona bene. Per quanto riguarda il supporto, sempre prima di scegliere un servizio, lo contatto tramite email: voglio vedere se c'è qualcuno dall'altra parte. Ho rifiutato due società di hosting a causa di una risposta tardiva, in un caso, e ambigua, in un altro. Spero che questa mia esperienza possa aiutare alcuni di voi webmaster, in particolare i nuovi arrivati che entrano in quest'area 


lunedì 20 luglio 2020

Nuova era

Mia moglie si è alzata prima di me e ha preparato il caffè nella caffettiera. Dopo un po' sono uscito dal letto anche io, mi sono lavato la faccia e ho sbrigato le altre attività in bagno, dopodiché mi sono seduto sul balcone. Qualcuno potrebbe persino chiamarlo una terrazza: 2 metri di profondità e quasi 4 metri di larghezza è uno spazio bello e grande. Sono al diciassettesimo piano, l'ultimo e ho una vista spettacolare. Questo è il nostro nuovo appartamento in cui ci sono trasferito circa 25 giorni fa. Le dimensioni sono le stesse del vecchio appartamento; circa 80 metri quadrati. Il vecchio appartamento aveva i suoi vantaggi e i suoi svantaggi rispetto a questo nuovo. La cosa più importante è questo balcone e la vista. Nel vecchio appartamento non avevo nessuno dei due. Mi sono bevuto il mio caffè, mi sono vestito e mi sono diretto in ufficio. Poco meno di mezz'ora a piedi. Questo è un altro grande vantaggio. Vivevo fuori città e mi ci voleva un'ora circa per arrivare in ufficio: 10 minuti a piedi fino alla stazione ferroviaria, mezz'ora sul treno suburbano, un cambio della metropolitana e altri 10 minuti di viaggio, e infine 5 minuti a piedi per raggiungere l'ufficio. Un'ora per arrivare in ufficio e un'ora per tornare a casa. Il conto è semplice: adesso ho un'ora di tempo libero in più al giorno.

Siamo all'inizio dell'estate ed è abbastanza caldo. Quindi la mia passeggiata al lavoro è condizionata dalla ricerca di ombra lungo la strada. Mentre sono in movimento, il mio cervello funziona meglio, quindi in una mezz'ora a piedi penso a cosa dovrò fare in ufficio, quali sono i piani per altri giorni e a volte mi passa per la testa anche qualche riflessione sulla politica o sport. Oggi mi giravano nella testa i ricordi sui giorni passati; l'attività principale era legata al trasloco stesso. Durante quel periodo, ho comprato un nuovo appartamento e venduto quello vecchio. In effetti tutto era già stato organizzato e concordato prima, ma era necessario firmare contratti, pagare l'appartamento acquistato e incassare il denaro per quello venduto. Molta amministrazione e burocrazia. Dovevo pagare due agenzie immobiliare, l'imposta sull'acquisto e anche il notaio ha chiesto la sua parcella. Mi sembrava che stavo solo compilando assegni e trasferendo denaro dal mio conto bancario ai conti di altri soggetti. Poi è arrivata la parte fisica del lavoro. Dovevo preparare le scatole con le cose da traslocare, trovare qualcuno che li sposterà e finalmente sistemare tutto nel nuovo appartamento. Dato che abbiamo acquistato un appartamento praticamente arredato, a parte il soggiorno, non abbiamo quasi acquistato alcun mobilio, il che ha notevolmente risolto la situazione già abbastanza difficile. Alla fine, tutto è andato bene e sono soddisfatto della scelta di mia moglie. È tutta colpa sua. Non mi sarebbe mai venuto in mente di traslocare.

Durante tutto questo tempo, il lavoro del webmaster era praticamente fermo, rimasto in uno stato latente. Ho pensato spesso, con un certo senso di colpa, che questo periodo di non lavoro era troppo lungo e che avrei dovuto fare qualcosa, ma non riuscivo a convincermi ad iniziare. Il poco tempo libero che potevo dedicare al lavoro, alla fine non l'ho usato. I giorni erano sempre pieni di vari eventi e di sera ero molto stanco. L'attività più importante che riuscivo a gestire era guardare la TV. Spesso guardavo semplicemente lo schermo senza rendermi davvero conto di cosa sto vedendo. Per le prime due settimane dopo essermi trasferito, ero senza la connessione ad Internet, quindi questo ha ulteriormente influenzato la mia inattività. Dicono che non c'è vita senza WiFi.

Vista dal mio nuovo appartamento


Una settimana fa, finalmente ho avuto la connessione; una vera fibra. Prima avevo una normale ADSL. Mi sono finalmente svegliato e ho iniziato a occuparmi del mio affare web. I più grandi lavori nell'appartamento sono stati completati, quindi sono riuscito a rilassarmi e ho iniziato ad analizzare cosa si doveva fare in rete. Per prima cosa ho controllato come ero posizionato sui motori di ricerca. Questo controllo faccio abitualmente una volta al mese, quindi posso facilmente confrontarlo con la mia condizione precedente e vedere se le cose peggiorano o migliorano. Sono stato stagnante per molti mesi. Ciò che mi preoccupa ancora di più è che per alcune parole chiave nel posizionamento, la pagina dell'indice principale non è elencata, ma alcune pagine interne che non hanno molto a che fare con l'argomento stesso ci sono. Inoltre, ho notato da tempo che molti dei miei siti sono stati copiati da altri webmaster, in particolare le pagine iniziali.

Dopo un lungo spaccamenti della testa, come si tradurrebbe la famosa frase in inglese, ho fatto un piano e sono entrato in azione. Mi sono concentrato sulle pagine iniziali. Alcuni l'ho riscritto completamente, cambiando completamente il testo, in altri casi ho cambiato alcuni paragrafi e il lavoro più semplice era quello di aggiornare quelli rimasti. A volte ho semplicemente aggiunto un nuovo paragrafo alla fine della pagina, oppure l'ho inserito da qualche parte nel mezzo. Quindi mi sono risparmiato molte ore di lavoro e un lavoro così diversificato mi permetterà di vedere qual è la strada giusta da seguire nel futuro. Ho bisogno di vedere alcuni progressi, per ottenere uno slancio per ulteriori lavori. Oggi ho visto che la pagina iniziale di un sito dedicato al Forex non è più presente nella memoria del Google, ma sono fiducioso che si tratta di un passaggio intermedio e che tornerà tra qualche giorno.


venerdì 29 novembre 2019

La storia


Quando non c'è nulla su cui scrivere, qualcosa si deve inventare. Un possibile argomento è quello di ripercorre la strada percorso dall'inizio al momento attuale. In altre parole, descrivi la storia di un'opera sin dal suo avvio. Se un blog è in circolazione da molto tempo, verrà sempre trovato materiale sufficiente per riempire una pagina. Datemi un attimo di tempo per sfogliare le pagine e vedere quando è stato pubblicato il primo post. Era il 12 settembre 2007, più di 12 anni fa. È un buon inizio perché il periodo di tempo è abbastanza lungo per trovare tanti momenti interessanti nella sua vita che posso descrivere. A proposito di statistiche, il mio file in cui conservo tutti i post è di 37 pagine e quasi 17.000 parole. Ad essere onesti, non è una grande produzione; poco più di mille parole all'anno. Ma partiamo dall'inizio.

Ho aperto questo blog, il mio primo in assoluto (dopo verranno tanti altri), perché ho sentito che si parlava molto dei diari personali su Internet. Avevo visitato alcuni e non ero particolarmente colpito in modo positivo. C'erano luoghi in cui le persone descrivevano quando si alzavano, cosa mangiavano a colazione, come e su quali basi sceglievano i vestiti e le scarpe da usare quel giorno, e tutto ciò, e persino con dettagli intimi. Tali diari erano terribilmente noiosi per me. C'erano quelli tematici, in cui qualcuno ha presentato un segreto o un trucco della propria professione personale e mi sono piaciuti molto di più. Ho deciso di provare a scrivere sul blog. Cosa scriverò per i miei visitatori, potenziali ovviamente? La domanda più grande era: perché dovrei perdere tempo con questo? A quel punto, mi sono reso conto che siti Web come questo possono essere molto utili per i collegamenti HTML verso altri. Chi linkerò io? Le altre mio opere, quelle più interessanti per me.

La rete ci segue dappertutto


Quando inizio un progetto, cerco di farlo bene. Sono una persona del genere. Inoltre, mi è sempre piaciuto dare qualcosa agli altri, essendo altruista. E’ sempre saggio scegliere un argomento che sia familiare; così è più facile lavorare perché l'ispirazione si basa su una particolare conoscenza che si possiede. Dato che tutto è anche direttamente collegato a Internet, e da quel momento ho capito che il denaro proveniva dai motori di ricerca, la decisione è caduta nello scrivere qualcosa che fosse potenzialmente utile a coloro che fanno le stesse cose come me, ai webmaster. Tale decisione, nel mio futuro lavoro, creerà alcuni problemi che non ho immediatamente compreso.

All'epoca ho programmato molto perché era anche uno dei miei passatempi preferiti. Non solo mi stavo divertendo, stavo anche facendo qualcosa di utile per ottenere un ritorno finanziario da quest’attività. A quei tempi si parlava molto di PageRank e ho pensato che sarebbe stato bello poter calcolare da solo il valore dello stesso con le proprie forze. Mi è stato subito chiaro che questo non poteva funzionare perfettamente perché non avevo abbastanza informazioni e, soprattutto, non avevo abbastanza potenza di calcolo. Quindi bisognava fare qualcosa di approssimativo che potesse usare i dati a cui potevo facilmente accedere. I miei primi articoli sono di natura quasi matematica, perché stavo spiegando l'algoritmo di calcolo, quello vero e quello mio, semplificato. L'idea era di rendere disponibile l’applicazione ai miei visitatori sul blog dopo il suo completamento.

Dopo aver completato il software, averlo provato in dettaglio e aver verificato che fosse davvero un buon prodotto, cominciavo ad avere dei dubbi. Darlo via gratuitamente significa che anche i miei concorrenti avranno delle informazioni utili. Mi è sembrato stupido. A un certo punto ho pensato di metterlo in vendita, ma richiedeva un lavoro extra che non ero pronto ad accettare a quel punto. Un problema simile si verificherebbe se scoprissi qualcosa che la maggior parte degli altri non sapeva o non voleva dire a tutti. Il mio ego mi spingeva di pubblicare e spiegare tutto in modo che il mondo intero potesse celebrarmi, la mia ingegnosità. Alla fine, concluderei sempre che è meglio mantenere un segreto e trasformarlo in denaro piuttosto che godersi la gloria; sappiamo tutti che dura brevemente. Tuttavia, alla fine, a volte ho trovato un discreto compromesso tra dire e non dire. Chi ha capito un po' di più è stato in grado di scoprire dove fosse il trucco leggendo tra le righe.

Non sono un talento letterario, quindi spesso trovo difficoltà nel scrivere un testo. So cosa vorrei dire, ma non riesco a sintetizzarlo ed esprimerlo in modo semplice e comprensibile. Con il passare degli anni, anche il mio stile di scrittura è migliorato. Tutto è andato più liscio, direttamente dal cervello alla carta (scusate, alla tastiera e poi allo schermo) e alla fine ha avuto un senso, almeno a volte. Ancora oggi mi capita di scrivere qualcosa di estremamente brutto, ma il mio processo creativo è stato notevolmente migliorato grazie a anni di formazione. Il mio obiettivo era una volta qualche centinaia di parole, ma spesso impegnavo anche due a tre ore per raggiungere tale obbiettivo. Oggi compilo una pagina A4 in meno di un'ora, incluso il controllo di ciò che ho scritto.

Le reti sociali
Colgo lo spazio anche per esprimere la mia opinione sul fenomeno che sta dominando la nostra civiltà per anni: i social network. Questo è il mio grande svantaggio; semplicemente non li uso. Una delle scuse, che ha senso, è che non voglio prendere un altro impegno. È noto che questo è un ottimo modo per promuovere i servizi offerti online, ma richiede molto lavoro e questo lavoro deve essere continuo. È anche conveniente promuovere qualcosa che sta davvero andando bene e io ho alcuni siti che potrebbero rientrare in questa categoria. Mi sono dato l'incarico, ma non è stato detto che lo rispetterò, per lanciare almeno un canale l'anno prossimo, per pubblicizzare uno dei miei lavori umoristici. Ciò che mi respinge da tutto ciò, a prescindere dalla necessità di un ulteriore sforzo, è il problema della privacy. Oggi i social network sono i principali collezionisti dei dati sui potenziali clienti e io non ho alcuna voglia di entrare spontaneamente in questa categoria. Devo trovare una buona ragione, direi che i soldi potrebbero essere una, per buttarmi in una simile avventura. E solo poche righe per raggiungere uno degli obiettivi che raramente raggiungo: scrivere qualcosa con oltre mille parole. Oggi è davvero una bella giornata. Perfino il sole brilla timidamente tra le nuvole. Che esso possa essere con tutti voi.

martedì 27 novembre 2018

Come raggiungere un buon posizionamento su Google

Il G. insiste sul concetto dei link spontanei. Gli utenti che hanno visitato il sito rimangono affascinati dal contenuto e inserisco un collegamento nel proprio sito, o blog. Bello, ma certi tipi di siti non gli vuole linkare nessuno. Prendiamo per esempio quelli dedicati ai casinò online. A quelli della concorrenza non verrebbe mai in mente l'idea di linkare un sito con quale sono in competizione. I giocatori, ai quali il sito può veramente piacere, sono interessati al gioco e non hanno propri mezzi in rete da dove linkare. Forse qualcuno ti menziona da un forum, ma anche questo non è molto probabile. Pertanto, se vuoi sopravvivere devi darti da fare. Ma il lavoro deve essere molto intelligente: il signor G. deve pensare che ci sono altri che ti linkano e non che ti dai da fare tu stesso per procurati i collegamenti esterni. La parola d'ordine è diversificare come se fosse fatto da tante altre persone.

Cosa vuol dire diversificare? Leggendo un po' qui e un po' là, ed avendo certe esperienze proprie, cercherò di elencare alcune cose sulle quali si deve stare attenti. Partiamo dalle parole chiavi collegate ai link. Se non erro, all'inizio del 2012 è stata introdotta questa regola. Il pensiero era: se tante persone linkano un sito in modo spontaneo, il titolo, cioè la parola chiave con il quale viene linkato varierà. Indagando sui siti che gli sembravano buoni e autentici, lo staff del motore di ricerca più famoso del mondo è arrivato alla conclusione che al massimo il 50% (circa) dei titoli usati possono essere uguali. A quei tempi ho sentito sulla propria pelle introduzione di questa regola: i miei numerosi siti hanno perso tantissime posizioni su Google. Gli addetti al lavoro sono stati bravi e sono riusciti velocemente capire il problema e la diffusione dell'informazione è stata veloce: oggi cerco di tenere la mia keyword principale al 40%, per avere un margine di sicurezza. Se si sta molto vicino al limite, basta perdere due o tre link per superare il limite ed essere puniti. Legato sempre allo stesso discorso sono anche i link che utilizzano l'indirizzo del sito come parola chiave, Dalla mia esperienza, occorre avere un minimo del 5% di questi titoli, ma cerco di stare anche sul 10 – 15%.

Un'altra diversificazione necessari, è avere una certa percentuale (sto indagando a proposito e non saprei in questo momento esprimere un numero) dei collegamenti nofollow, cioè quelli che non ti passano PageRank. Anche questo rientra nella spontaneità: non avere alcun link con nofollow, visto che questa modalità di linkare è abbastanza diffusa in rete, mette il dubbio al G. che tutti i collegamenti sono creati dalla stessa persona. Fate furbi e simulate la spontaneità. Ci sono anche altri piccoli accorgimenti. Trovo abbastanza producente linkare utilizzando l'indirizzo come il nome del collegamento, ma inserendo nel codice il tag "title" con la principale keyword. Non sempre, per lasciare sempre la sensazione della naturalezza. Questo è ancora meglio se si fa link con un'immagine. In questo caso sfrutto anche i "title" ed "alt" dell'immagine stessa. Un altro accorgimento che applico è utilizzare l'indirizzo, ove possibile, con il codice diverso. Per esempio, a volte linko "http://mysite.com/", ma qualche volta tralascio la barra finale, così "http://mysite.com". Uso ogni procedimento che mi viene in mente per diversificare di più.

Un'ultima cosa. Ho tanti blog che uso per dare i collegamenti ai miei siti principali. Non che combatto per la posizione, ma averla buona crea un po' di traffico e dà anche la possibilità di ottenere qualche clic verso quei posti che possono produrre qualche profitto. Analizzando ultimamente alcuni, me ne sono accorto che non è sufficiente avere i link con la parola chiave, ma anche nelle pagine la stessa deve essere presente. Se non, niente piazzamento. Questa regola è stata introdotta per evitare gli spiacevoli inconvenienti che per alcune cose volgari esca al primo posto il sito che non c'entra niente. Ti ricorderai che parecchi anni fa, cercando certe parole sprezzevoli, al primo posto usciva il sito del presidente statunitense, non molto amato dai suoi sudditi. Da adesso, inserirò le keyword necessarie nei testi che posto. Addirittura, in alcuni casi ho ripreso certi post e li ho corretti, aggiungendo la parola chiave nell'articolo in modo che sembri tutto naturale.

martedì 22 maggio 2018

Che tempo passi

Organo del tempo
Ci sono varie teoria sulla vita. Alcune sono contrarie tra di loro. Per esempio una dice che la vita è breve e che bisogna sfruttare ogni suo momento. In altre parole, ci sono così tante cose da imparare, da leggere, che stare sdraiato in spiaggia con una bibita in mano passa per il tempo perduto. In quella oretta potevo approfondire il sistema bibliotecario della Francia medioevale. Stare davanti alla televisione rientra nella categoria del tempo perso, con qualche eccezione. Seguire Grande fratello è uno spreco imperdonabile, perché là non impari niente, non c'è niente di intelligente da vedere o da comprendere. Non hai prodotto nulla! In quelle 3 ore potevi trovare 2 buoni collegamenti (intendiamoci, se hai avuto la fortuna) oppure scrivere un nuovo articolo per qualche blog, come per esempio questo. Fino a qualche anno fa anche io ero tra i sostenitori di questa teoria. Uno più attento, guardando le date qui a sinistra, potrebbe da solo arrivare alla conclusione che nel frattempo il mio orientamento filosofico è cambiato. Sono passati 16 mesi dalla mia ultima apparizione in questo posto.

La dottrina opposta a quella precedentemente esposta è che tutto quello che fai è comunque inutile, almeno lo diventa ad un certo punto. Fare le cose che non ti piacciono, che ti costringi da solo a fare, non sono divertenti e sono proprio quelle che possono rientrare nella categoria del tempo perso. Qui dobbiamo escludere le attività necessarie per la nuda sopravvivenza. Bisogna guadagnare i soldi per garantire l'esistenza del corpo e dell'anima. Purtroppo è così e non si scappa alla condanna eterna. Ma io sono arrivato al punto che questo vincolo è diventato poco importante: ho accantonato le risorse finanziarie necessarie e non ho disperato bisogno di accumulare ancora. Comunque, per essere sincero, questa costrizione di fare qualcosa di utile mi è rimasta dentro, in buona parte. Ti crescono e ti educano così ed è difficile cambiare la strada, anche quando diventi una persona matura. Adesso basta con la confessione e cerchiamo di dire qualcosa sul tema.

Blogspot rientra nei soliti servizi gratuiti che devono coprire le spese delle risorse che mettono a disposizione dei clienti e fare anche un profitto. Ma come si fa, se è tutto gratis? Raccogliendo i dati dell'utente. Ultimamente sono usciti tanti scandali a proposito e se ne parla spesso. Questi giorni c'è una nuova normativa europea sulla protezione dei dati. Secondo me è tutto un fumo per mascherare le attività di raccolta e di uso dei dati. Fino a poco tempo fa Blogspot cercava in modo disperato di avere il numero del mio cellulare. Quando eseguivo l'accesso, con la username e la password, ma informava che tale azione poteva essere eseguita di qualcun altro che mi abbia rubato la parola chiave. Pertanto, per la mia sicurezza, mi chiedevano il numero del cellulare per mandarmi un SMS di verifica che attesti la mia personalità. Quanta premura per proteggere il mio blog. Ma io il mio numero non te lo do, capito! C'è un altro fatto; io semplicemente non possiedo un cellulare. Mai avuto.

Negli ultimi tempi hanno alleggerito il comportamento e mi mandano una e-mail nella quale mi danno un codice che devo inserire come terzo elemento di riconoscimento. Una rottura di scatole, ma con questa procedura riesco andare avanti. Ecco una della ragioni perché qui non scrivevo da mesi. Non volevo dare i miei dati e per questo non potevo aggiornare il blog. Ma la mia pazienza ha vinto questa battaglia e loro si sono dovuti arrendere. Una piccola vittoria personale contro un gigante del mondo moderno. Per chi non sa, Blogspot è la proprietà della più famosa macchina di ricerca in rete, come anche tante altre cose, più o meno conosciute.

Con il ricercatore della rete ci sono dei problemi, almeno dalla parte mia. Sparito il PageRank è diventato un lavoro arduo a trovare i collegamenti per i propri siti e capire se questi vanno bene o meno. Tra gli altri parametri, mi baso anche sul fatto che una pagina si trovi nel cache di Google. Se non si trova dentro, non è considerata del motore e pertanto è inutile perdere tempo. Ma da più di un anno mi sono accorto che non è proprio così. Ci sono moltissime pagine fuori dalla memoria del signor G, ma compaiono se si fa la ricerca "site:dominio.it". Questa scoperta mi ha sorpreso e disorientato parecchio. Ho cercato di capire di cosa si tratta e di vedere se anche gli altri webmaster se ne sono accorti del fatto. Forse ho cercato male, ma non ho trovato una traccia di questo problema nei vari forum.

Ultimamente in modo ossessionato controllo la presenza dei miei siti nel cache, almeno una volta ogni due mesi. Ma non basta, perché devo controllare anche quelli che mi linkano. Un impegno che non finisce mai. Ho scoperto anche una mia pagina che è al primo posto per la ricerca di una parola, ma non compare nel cache (ricerca con "site:" è positiva). Dopo tante indagini ed un'approfondita riflessione ho concluso che le pagine aggiornate tanto tempo fa e senza aver avuto dei nuovi link nei mesi precedenti semplicemente scompaiono dalla memoria. Se il sito al quale appartengono ha una certa valenza, comunque risultano rintracciabili con "site:...", nel caso contrario scompaiono anche da là. Spero che questa informazione possa esser fruttuosa per qualcuno di voi che mi leggete.


martedì 10 gennaio 2017

Blog gratis

Buon anno a tutti. Personalmente spero che veramente vada un po’ meglio di quello appena passato. Avevo una serie di problemi con la saluta e ad una certa età, quella è la cosa che inizia ad essere di una certa importanza. Non era niente di serio, ma la sofferenza c’era. I problemi con i denti si stanno protraendo anche in questo periodo. Per quanto riguarda il lavoro di webmaster, si lavoricchia. Ogni tanto capita la mancanza di stimoli e di periodi vuoti dove non ho piani precisi cosa e perché fare. Spesso mi perdo nell’operato non molto utile, così per far passare il tempo ed avere una scusa davanti a me stesso che sono ancora dentro.

Per risollevare il morale e la voglia di fare ho deciso di visitare la fiera dei giochi d’azzardo e strumenti finanziari online a Berlino, nella seconda metà di ottobre. La speranza era di vedere le novità sul campo messe dai gestori, ascoltare gli esperti del SEO e scoprire qualche nuovo spunto per ritrovare la direzione giusta e la creatività mancante. Il primo giorno una brutta sorpresa per quanto riguarda l’organizzazione della fiera: l’apertura tardava un ora intera. Siamo in Germania, mi chiedevo? All’inizio non conoscevo nessuno, ma il terzo giorno avevo già fatto un po’ di conoscenza. La gente interessante e simpatica, ma troppo legata al lavoro, nel senso che non ci sono altri temi sui quali si può chiacchierare con loro. L’utilità del viaggio era molto relativa. Aveva più valenza turistica, ho visitato per la prima volta la capitale della Germania, che lavorativa. Ho trovato uno nuovo sponsor  per il Forex, sul consiglio del mio sponsor attuale, ma l’esperienza per adesso non è molto positiva.

Molti di noi aprono i blog gratuiti, per garantirsi dei link verso i siti che ci appartengono. Io li chiamo di supporto. La cosa migliore sarebbe avere il dominio e il hosting proprio, ma questo costerebbe, e pertanto si va sulle soluzioni gratuite. Il problema è che non tutte sono buone, per vari motivi. Uno dei problemi è che il provider spesso interrompono il servizio e ci tocca trovare uno nuovo. A volte il sistema in automatico aggiunge un Nofollow ai link che inseriamo e questo non ci piace, ma ci può anche stare in quanto garantisce una diversificazione delle tipologie dei collegamenti (sembrerebbe il signor Google lo apprezza). A volte i collegamenti inseriti diventano un indirizzo dinamico, praticamente irriconoscibile.

Questo è il caso dei blog che ospita jimdo.com. Uno ci potrebbe dire che anche questo rientra nella differenziazione, e potrebbe essere accettabile. Proprio ieri ho chiuso un mio giornale informatico su questo host e la ragione principale era l’interfaccia poco comprensibile e controllabile. Prima avevo problema di entrare nel mio account: la forma contiene tutti i campi, indistintamente sia per la registrazione che per l’accesso. Ho provato con i vari browser, ma problema persisteva. Una volta dentro, questo problema avevo anche prima, non si riusciva a capire come inserire le fotografie nell’articolo. Alla fine sono riuscito a sistemare tutto, controllando bene. Nel pomeriggio, probabilmente avevo un’intuizione a proposito, riapro la pagina e le fotografie mancano. Tranne una, ma quella si vedeva solo a metà.

Stufo della faccenda ho deciso di cancellare il conto. Ci ho messo più di 15 minuti per capire come si fa. L’interfaccia non ha niente di intuitivo. L’unico approccio valido è provare a cliccare tutto e sperare di trovare quello che serve prima dell’ultimo tentativo: la sfortuna qui mette spesso il dito. Il blog di cui sto parlando era al suo terzo host; i primi due hanno chiuso e jimdo.com alla fine ho chiuso io. Adesso sono sul quarto tentativo. Ma non si diceva che non c’è due senza tre? Nella nuova era informatica sembra che dobbiamo cambiare anche i detti popolari.

venerdì 29 aprile 2016

Pagerank non visibile

L'introduzione del concetto del Pagerank come misura della popolarità di un sito è stato uno dei punti cardine nella storia della ricerca online. Fino ad allora bastava copiare un sito che si trovava in cima dei risultati ed era fatta. Ma con l'istituzione del Pagerank il concetto è cambiato notevolmente: era praticamente impossibile avere gli stessi link che aveva il sito copiato. All'inizio dell'epoca nelle prime pagine della ricerca si potevano trovare soltanto i siti con un Pagerank molto elevato (almeno un 3, ma spesso anche un 6, in dipendenza dal valore commerciale delle parole ricercate): in effetti, tra i numerosi parametri che influenzavano la classifica, il PR era uno dei più importanti. E si sono dati tutti da fare a procurarsi un numero maggiore dei link e qui comincia il problema del quale la soluzione è l'ultima trovata di Google; non mostrare più questo dato.

Il concetto del mister G era semplice: più buono è il tuo sito più gente ti linkerà, in modo spontaneo. Ma chi mi linka spontaneamente? E' una possibilità molto incerta è non  posso permettermi di basare i miei affari su un fatto così aleatorio. Pertanto si è cominciato a spammare i blog con i commenti che sempre avevano all'interno un collegamento, per caso, e quelli più facoltosi hanno iniziato a comprare i link. L'idea originaria ha iniziato a perdere il senso in quanto i webmaster hanno iniziato ad influenzare il SERP. Google ha reagito con le penalizzazioni, dove riusciva a capire che si trattava dei comportamenti scorretti, ma alla fine la soluzione finale era un peso sempre minore di questo parametro. Ultimamente il Pagerank influenzava molto poco le classifiche ed i risultati delle ricerche sono diventati peggiori. Di questo gli utenti si lamento da anni.

Ed è per questo che il valore di Pagerank scompare dalla vista. Da qualche settimana Toolbar funziona come prima, ma mostra un PR 0 per tutti i siti. Google ha annunciato ufficialmente che il Pagerank esiste ancora e fa ancora parte dei parametri che influenzano le posizioni nel SERP, ma che semplicemente non è più visibile. In altre parole, gli utenti non sanno quali sono i siti con un PR alto o basso. Con passare del tempo si perderanno anche le tracce storiche dei valori, anche se sarà sempre possibile intuire il valore di un sito. E da questo punto, probabilmente tra un paio di mesi Google inizierà ad aumentare l'importanza del Pagerank nella graduatoria sperando di recuperare la qualità di ricerca e la fiducia, ormai un po' persa, dei propri utenti.

E cosa faranno i webmaster? Non è semplice supporre quello che succederà, ma io ho un'idea a proposito. Tutti coloro che, come me, credono nella rivalorizzazione del grado di pagina, riapriranno la caccia ai link, ancora più spietata rispetto al passato. Questa caccia è calata notevolmente negli ultimi 2-3 anni e molti si sono concentrati sul lavoro interno alle proprie pagine. Ma adesso si tornerà alla raccolta dei collegamenti molto più intensa; per il fatto che non si conosce il valore che si ottiene sarà necessario procurarsi più grande numero possibile dei link. La quantità diventerà più importante della qualità per la semplice ragione che quest'ultima è diventata sconosciuta. E ci saranno i tentativi di ricostruire il valore con il quale Google opera, simulando i calcoli che portano ad esso.  Per poter eseguire queste simulazione occorrerà avere i dati sui milioni di siti ed eseguire le elaborazione che dureranno dei giorni. Chi riuscirà a raggiungere questo scopo, sicuramente non regalerà i risultati delle ricerche. Cercherà di farsi pagare molto bene per gli sforzi compiuti ed i mezzi impegnati. E alla fine se ne approfitteranno i soliti noti, quelli con il portafoglio pieno.

venerdì 30 ottobre 2015

Soluzione cellulare

Da più di dieci anni che faccio da webmaster; l'anno prossimo addirittura saranno venti. Mi sento un po' esaurito e svogliato. Quello che per un lungo periodo mi teneva in barca sono i soldi; guadagnarli più possibile. Era lo scopo del lavoro, anche se c'erano molti effetti collaterali piacevoli, come per esempio essere il primo nei motori di ricerca. Era una grande soddisfazione perché mi confermava la mia bravura, oppure fortuna, e dopo portava comunque verso il guadagno. Messo in scrigno un gruzzolo, sono arrivati i tempi duri, tantissima concorrenza, più giovane e per questo probabilmente più creativa e stimolata. E con la scusa di aver già raggiunto una certa meta prefissata, in quanto già appagato, ho trovato la scusa per rilassarmi, per lavorare di meno, per trascurare le indagini sui fenomeni legati a questa professione. Perché il sapere è tutto e io ultimamente utilizzo la base di qualche anno fa, senza aggiornamenti sulle nuove tendenze e regole.

Nel primavere passata mi è arrivata un'e-mail dal signore G che mi informa che un mio certo sito non è ottimizzato per i telefoni di nuova generazione. Avendo sentito anche la notizia che in Italia, da poco, il numero delle persone che navigano dagli smartphone ha superato quello degli utenti sui PC i notebook, ho concluso che dovrei muovermi in questa direzione e che questo potrebbe essere il modo per migliorare la redditività. Mi è stato consigliato anche l'indirizzo https://developers.google.com/speed/pagespeed/insights/ per la verifica delle pagine. Basta inserire l'URL della pagina che si vuole verificare e Google analizza tutti gli aspetti importanti per un utente con un telefonino di ultima generazione. Alla fine dà un voto all'esperienza utente che va da 1 a 100. Se il voto è alto, da 85 a 100 compare il colore verde. Se si va da 70 a 85 siamo in area gialla, cioè attenzione. Se il voto è ancora più basso spunta un rosso preoccupante. Nel caso del giallo e del rosso, Google abbatte il punteggio del sito e lo arretra nei risultati della ricerca per coloro che usano il loro App sui telefoni mobili.

E le mie pagine erano tutte nella zona rossa. Male, molto male. Visto che le mie posizioni anche nella ricerca standard, quella per i PC, non erano molto buone, qui praticamente significava che nessuno che usa un cellulare non può trovare il mio sito. Di questo fatto non me ne fregava gran che, specialmente perché io non possiedo e non ho mai avuto un cellulare. Ma iniziavo a capire che bisogna estendere la presenza anche su questo campo. E così mi sono dato da fare. C'è una riga chiave nella testata del codice delle pagine:

<meta name="viewport" content="width=device-width, initial-scale=1.0">

Con questa si dice al cellulare di rappresentare la pagina in modo migliore possibile per la schermata dello stesso, usando la piena larghezza dell'apparecchio, mantenendo la scala 1:1. Sembra un po' tutto contradditorio e ho messo un bel po' di tempo ad arrivarci, sperimentando le varie soluzioni. In alte parole, con il commando soprastante si dice a stringere tutto in una finestra, diminuendo la scala soltanto a proporzione della larghezza dello schermo. Se si ha un testo puro, oppure le tabelle non fissate come larghezze ed una grandezza dei caratteri sufficiente per essere visibile quando si diminuisce il testo, va bene tutto. Ma questo non è quasi mai il caso. Se avete una pagina fissa con la larghezza superiore a quella del cellulare, una parte rimane fuori schermo e vi beccate un voto semaforico giallo o rosso. Altro problema sono le immagini e video che avendo la larghezza fissa, non rientrano nel viewport.

Alla fine della storia, ho sistemato tre siti. Per tutti ho applicato le tabelle variabili, fissando il rapporto tra le varie colonne come percentuali, non pixel. Per le foto e video ho dovuto inserire il codice javascript per variare la larghezza in funzione allo schermo dove sono rappresentate. Qui ho avuto delle grande difficoltà. Sono riuscito trovare velocemente il codice che mi serviva e quello funzionava su Chrome, ma non su Internet Explorer 8, quello vecchio che uso ancora proprio per la compatibilità verso basso. Persi due, tre giorni, per puro caso ho trovato la soluzione: all'inizio della pagina occorre inserire e così funziona su entrambi i browser. Tantissima fatica, ma il risultato non si è visto, penso per pura colpa mia: semplicemente mancano le altre ottimizzazioni per Google.

giovedì 9 ottobre 2014

Verificare i fatti

In rete si trova un'abbondanza delle informazioni, un po' su tutto ed in particolare su quello che serve ai webmaster; la cosa più importante come far salire il proprio sito in classifica locale o mondiale. Ma molte indicazioni legate a questo campo sono non verificate, di dubbio valore. Spesso a qualcuno viene idea di interpretare certi fatti in modo suo e visto che quello può essere molto bravo a spiegare il proprio pensiero, l'ipotesi diventa una verità, anche se in effetti non lo è. La miglior cosa è eseguire le verifiche da soli, ove possibile, e basarsi sul proprio lavoro. E così mi sono dato da fare per trovare dei riscontri che riguardano la questione dei collegamenti "cattivi".

Un mio sito dedicato al mercato del gioco d'azzardo, indirizzato verso un certo paese, relativamente piccolo, da anni era il padrone indiscusso nel SERP: il primo posto per quasi tutte le parole chiavi significanti. Questo grazie anche al fatto che l'area in questione non era molto interessante e non portava guadagni elevati, cioè la concorrenza quasi inesistente. Ma viste le problematiche legate alla legislatura dei molti singoli paesi che hanno regolamentato il mercato, gli introiti ultimamente scendevano notevolmente e così anche quegli stati più piccoli cominciavano ad essere interessanti, sia ai gestori, che ai webmaster. Il primo segno ho avuto nel luglio del 2013; sono sceso al secondo posto. La caduta è continuata nel tempo e sono arrivato verso il fondo della prima pagina. I giocatori che sono entrati in partita sono molto più potenti di me e per questo dovevo tirare fuori un poco di creatività.

Ho individuato uno dei siti che si trovava davanti a me e ho deciso di metterli un po' di link supposti indesiderati, cioè provenienti dai siti che si rivolgono agli adulti, prevalentemente maschi; spero di essermi spiegato. All'inizio 6 collegamenti, 12 e alla fine 24, cioè tutti quelli che erano a mia disposizione e che potevo sfruttare. Sono rimasto molto sorpreso con l'effetto provocato: la mia meta, già dopo i primi 6 link è salita dal terzo al primo posto. Pensavo: forse occorre raggiungere una certa percentuale dei collegamenti cattivi. Anche quelli di Google hanno un po' di cuore e mica ti penalizzano per uno o due cose brutte. Per questo che ho continuato ad aggiungere i link, ma il risultato non era cambiato.

Visto che oggi in pratica non ci sono i mezzi che indicano quanti back link possiede un sito, ho provato con uno più basso in classifica. Si è ripetuta la stessa cosa: la mia vittima è salita al secondo posto. Ma come è possibile? E se forse i siti di questo tipo, cioè per adulti, sono messi nello stesso cestino con quelli che si occupano di giochi d'azzardo e in effetti linkati tra di loro vanno bene? Dovevo provare con un'altra categoria e ho scelto quella dei servizi finanziari. Riutilizzati i collegamenti precedentemente impiegati e l'esito si è visto velocemente: il perseguitato è semplicemente scomparso dalle pagine del più usato motore di ricerca. Perciò il concetto dei bad links è valido, ma occorre considerare l'appartenenza dei siti che si linkano per capire se questo andrà considerato.

Qualcuno avrà già fatto l'ipotesi che alla fine ho usato i 24 collegamenti per il mio sito e che sono attualmente al piedistallo. Sbagliato! Mi è passata quest'idea in test decine di volte, ma non avevo coraggio di provare. E se ho trascurato qualche parametro che quelli con cui ho provato avevano ed io no? Può darsi che il ragionamento sulla percentuale dei collegamenti non buoni è corretta e quelli che cercavo di fregare hanno molti link in più rispetto al mio tesoro. Tante domande, poche risposte ed una certezza: il mio sito porta ancora qualche soldino anche in quella posizione non piacevole. Sbagliare porterebbe via quel piccolo profitto, uno degli ultimi rimasti dopo gli anni di gloria. La paura, niente altro.

sabato 5 aprile 2014

Webmaster

La calma piatta per quanto riguarda le novità relative al mio lavoro di webmaster. Pertanto vi racconto una storiella, strettamente in tema di questo blog. Eccola qui!

Un webmaster di successo, diventato molto ricco negli anni di duro lavoro, ha deciso di prendersi un anno sabatico e fare il giro del mondo su uno yacht di lusso preso in noleggio per questa occasione. Ovviamente gli affari, tutti i sui siti con gli sponsor che gli pagavano profumatamente per avere il traffico che lui riusciva a generare, non si potevano lasciare senza sorveglianza e pertanto si è portato con se anche i computer e per le zone isolate in mezzo oceano, dove non poteva collegarsi ad Internet, si è procurato anche un telefono satellitare di ultima generazione che garantiva la connessione in una qualsiasi parte del mondo. Costava tanto, sia il telefono che la connessione, ma i soldi per lui non erano un problema.

Partito dalla costa occidentale degli Stati Uniti verso ovest, dopo due mesi di viaggio lento, molto piacevole e rilassante, il suo umore è diventato euforico quando ha visto che il posizionamento dei suoi siti sui principali motori di ricerca è migliorato grazie alle sue ultime azioni svolte proprio da qui. Sentiva una nuova energia spirituale e la sua creatività diventava ancora più notevole. Si trovava nel mezzo dell'Oceano Pacifico quando è arrivata una tempesta tropicale che ha ribaltato il suo natante. Quando ha capito che lo yacht non riuscirà a resistere all'uragano, si è messo velocemente addosso il giubbotto di salvataggio, di quelli autogonfiabili, ed era l'ultima azione della quale si ricordava quando si è svegliato su una spiaggia di sabbia bianca, lavata dalle lunghe onde del mare. Non ci ha messo molto per scoprire che si trovava su un'isola sperduta nell'oceano.

Ha vissuto sull'isola lottando contro la fame, il clima, di notte freddo e di giorno caldissimo, ma sempre con la speranza che qualcuno finalmente riuscirà a scoprirlo e salvarlo. Dopo sei mesi la speranza diventava sempre più debole, la disperazione spesso prendeva il sopravvento e lui aveva capito che quello stato di cose si sarebbe prolungato ancora per molto tempo. Così ha deciso di costruire una capanna dove avrebbe vissuto a tempo indeterminato, garantendosi un minimo di protezione contro gli eventi metereologici. Una mattina, svegliatosi nella sua umilissima dimora, ha trovato davanti a se una bellissima donna, bionda ed abbronzatissima.

La donna gli ha spiegato che anche lei era una naufraga e che viveva dall'altra parte dell'isola. Ci hanno messo 2 ore per raggiungere la capanna che lei aveva costruito. Ma che capanna! Non fatta dai rami e dalle foglie di palma come la sua, ma costruita con i profili metallici e rivestita con panelli di plastica. E dentro c'era di tutto: un frigo, una cucina a gas, un tavolo con le sedie e tutti gli attrezzi di cucina. Nella camera da letto c'era un vero letto con il materasso, un armadio e dietro la baracca c'era anche un generatore diesel che produceva l'energia elettrica. Le ha spiegato che è riuscita a recuperare tutte queste cose dalla nave sulla quale si trovava e che era affondata quasi due anni prima.

Lui, meravigliato di questo miracolo improvviso, si è lavato (si c'era anche l'acqua a sufficienza per farsi una doccia), ha mangiato il cibo dalla ricca scorta della donna e si è fatto una dormitina sull'amaca sotto la palma. Quando si è svegliato, la donna stava davanti a lui, completamente svestita e gli disse:
- Adesso avrai quello che sognavi nei sei mesi passati da solo su quest'isola.
Lui, tutto eccitato:
- Ma dai – non ci credo! Hai anche una connessione a Internet?

venerdì 4 ottobre 2013

Ingiusto

L’estate è passata e stanno arrivando i giorni più corti e freddi. Per molti sarà l’ora per tornare a lavorare duramente per recuperare il tempo perso sotto l’ombrellone in spiaggia oppure sui sentieri e sulle cime delle montagne. Mica tanto perso, noterà più che giustamente qualcuno. In effetti si lavora per potersi permettere di divertirsi e non lavorare; un po’ contradditorio come concetto e come la nostra vita. Io ho fatto due vacanze da due settimane separate: un viaggio esotico ed un riposo al mare. Ma ho lavorato anche per il resto del periodo estivo, cercando comunque di diminuire l’intensità e l’impegno; gli accumulatori devono essere ogni tanto riempiti, se no, non si va da nessuna parte.

Tornando dal mare nell’ultima metà di agosto, che ho trascorso senza computer accanto, ho trovato una brutta sorpresa: due domini da dove prendevo tantissimi collegamenti sono stati chiusi, o meglio dire non rinnovati dal parte dei proprietari. Una centinaia di link in meno che bisognerebbe recuperare non è una notizia allegra, ma succede abbastanza spesso. Come nella vita reale, nemmeno su Internet si possono trovare i punti fissi e sicuri. Calma e pazienza, poteva andare anche peggio. Esaminate le mie posizioni nei motori di ricerca non ho trovato tante novità; ho una montagna delle pagine penalizzate e in questa occasione vi voglio parlare di questo, cioè almeno in questo modo entrare in polemica con Google.

Secondo il mio punto di vista, comunamente accettato anche dagli altri, il webmaster ha la piena responsabilità per quanto riguarda il suo sito, il contenuto dello stesso e i collegamenti esterni presenti su di esso. Se qualcosa di questo non è a posto secondo i parametri impostati e considerati è più che giusto che Google applichi le penalità e così diminuisce l’esposizione del sito nella SERP. Questo è un chiaro segnale al webmaster che deve lavorare onestamente e per la beneficenza, almeno indiretta (quella personale non la possiamo negare), della comunità informatica.

Da tempo ci sono delle voci che Google sanziona anche per gli link esterni non buoni, quelli che linkano il sito che stiamo considerando. Non volevo sentire queste chiacchiere (per me erano questo) in quanto non ritenevo possibile che una società di questo livello mondiale possa fare una mossa di genere, profondamente ingiusta. Ma visto che le cose andavano veramente storte ho deciso di scegliere 2 siti mal posizionati, dove non potevo perdere niente, e eliminare quelli che consideravo i collegamenti cattivi. Sembrerebbe che la cosa sta in piedi, cioè i miei piazzamenti sono migliorati qualche settimana dopo l’azione intrapresa. E’ quasi una conferma (potrebbe essere anche qualche altra ragione per questo miglioramento che ho ottenuto) che il signor G. penalizza i link malvagi. Qui si potrebbe aprire un’ampia discussione sulla definizione degli stessi, ma lasciamo perdere.

Per avere una prova definitiva adesso dovrei fare quello per cui considero questa pratica ingiusta ed inaccettabile: linkare con questi brutti collegamenti qualche sito ben posizionato e vedere se va giù nella classifica. Anche si sono molto ostile a questa pratica, penso che prima o poi mi verrà voglia di provare. Ma non sarebbe più giusto semplicemente non considerare i link brutti, anziché penalizzare i siti per questo aprendo in questo modo un largo fronte di guerra tra i webmaster dove a volte conviene di più cercare di fregare gli altri che lavorare per migliorare se stessi?

mercoledì 10 aprile 2013

Delusioni continuano

Grazie alle mie attività su Internet, più quelle pregresse che attuali, non sento molto questa crisi economica che dilaga nell’Europa e nel mondo. Mi sono procurato un appartamento tutto mio, la macchina è vecchia ma serve bene ed un gruzzolo è a parte. Recentemente gli introiti sono diminuiti, ma gocciola ancora un po’ grazie al lavoro che ho svolto negli anni passati. Non sono per niente scontento e le problematiche recenti che incontrano i miei siti le prendo con filosofia. Continuo a lavorare, anche perché questo mi fa piacere (mi ritengo fortunato per questo), senza pensare troppo allo scopo finale di tutto ciò, cioè i soldi.

Una delle mie attività che continua senza interruzione e la ricerca dei backlink nuovi, dai domini non usati fino ad ora. Due giorni fa ho trovato un’ottima messo di guadagnare un centinai di collegamenti con un certo valore, cioè con il pagerank che vale qualcosina. Continuo ad avere l’idea fissa che i backlink insieme con il pagerank ritorneranno prima o poi ad avere un’importanza maggiore rispetto ad oggi; in effetti mi sembra l’unico modo veramente sostenibile per distinguere i siti tra di loro. Gli accorgimenti che sta mettendo in pista Google da un annetto mi sembrano poco incisivi e non migliorano i risultati della ricerca.

L’ultimo di quelli che ho saputo recentemente sono le penalità che si infliggono ai siti che nella parte superiore dello schermo hanno dei banner pubblicitari. Da alcuni mie studi risulterebbe che a volte applica le sanzioni anche dove si trova un’immagine di testa un po’ più imponente. La scusa per fare questo sono le presumibili lamentele della clientela alla quale non piace dover scorrere lo schermo per arrivare al argomento che interessa. Ma il fatto è che a volte dove non devi trascinare giù la barra di scorrimento non c’è la sostanza desiderato, e al contrario, dove devi fare questo piccolo sforzo fisico, trovi quello che è del tuo interesse. Si stanno confondendo, mi pare, certe cose come la comodità di navigazione e la sostanza espressa.

Non riuscendo ad arrivare ai visitatori provenienti dai motori di ricerca, i migliori, cerco di farli venire dalle altre sorgenti. Una è quella dei miei siti che non promuovono gli sponsor e non hanno alcun tipo di pubblicità economica, ma un po’ di visitatori c’è l’hanno ed anche qualche piazzamento decente nel SERP. E’ chiarissimo che sono propensi anche cento volte di meno ad acquistare qualche servizio che non stanno cercando e che può essere ritenuto del tutto occasionale come offerta, ma comunque possono far guadagnare qualcosa: un mattone sopra un altro e ci si arriva alla casa.

L’altro modo che utilizzo è cercare di risultare più verso alto nelle varie top liste delle quali mi servo. Mando qualche click manualmente, usando a volte anche i proxy. Un’operazione un po’ discutibile e non del tutto ortodossa, ma nessuno di noi è proprio un fiorellino. Tutto in attesa che quel signore finalmente decida che i miei siti sono buoni abbastanza per essere presentati in prima pagina ai ricercatori delle rete e permettermi di tenere relativamente alto il tenore della mia vita.

giovedì 22 novembre 2012

Densità delle parole usate per collegamenti

All’inizio del mese di Novembre l’soggetto della nostra smisurata l’attenzione, cioè Google, si ha dato da fare ed ha rivisto i pagerank e ci ha fatto vedere i nuovi valori. Sono andato piuttosto bene: 16 siti con PR5. Sono un genio! Nell’ultimo lasso di tempo lavoravo faticosamente creando i nuovi collegamenti e l’esito è risultato positivo, almeno per quanto riguarda questo criterio. Purtroppo, ed è successo lo stesso anche ad Agosto quest’anno, il mio posizionamento non rispecchiava questo buon andamento, anzi. Ma penso finalmente di aver capito dove è la rogna per un bel po’ dei miei siti.

Tutti gli interventi intrapresi ultimamente non hanno dato una certezza sulla loro bontà perché le acque non si smovevano e io non riuscivo a convogliare tanto desiderato traffico dai motori di ricerca. Continuavo con le prove, verifiche e controlli, ma anche con la ricerca nei forum. E penso di aver capito finalmente dove si trova la causa dei miei guai. Per dire la verità il concetto lo conoscevo già, ma mi mancavano i parametri.

Con l’aggiornamento di Panda (comincio a odiare ‘sto animale, piccolo, brutto e pigro) dell’Aprile 2012, Google ha introdotto le penalizzazioni per i siti troppo ottimizzati. Esiste l’ottimizzazione interna e quella esterna allo stesso sito. Quella interna si riferisce prevalentemente alla concentrazione delle keyword sulla pagina, mentre quella esterna è vista come la densità delle parole chiavi con le quali è linkata la pagina in questione. Immagino che il concetto è il seguente:
  • Diciamo che il limita accettato è del 4%; se si va oltre scatta subito una penalizzazione. Google divide l’effettiva percentuale con il limite e così ottiene il coefficiente dell’ottimizzazione interna. Il massimo è 1.
  • Su tette le parole chiavi con le quali è linkato il sito si trova la percentuale. Supponendo che tutti i link usano una keyword sola, si arriva al 100%. Dividendo con il limite fisico, cioè il 100%, si ottiene in questo caso un fattore di ottimizzazione esterna par a 1. Sembrerebbe che superando il valore di 0,5 (cioè il 50% - prima consideravo il 70%) scatta una punizione automatica relativa a questa voce sola.

Inoltre, quando si moltiplicano o sommano questi due valori si ottiene un numero unitario della pagina. Se questo numero supera un certo limite, del quale non ho la più pallida idea, scatta la punizione e la pagina arretra nel piazzamento. Il mio problemino sono backlinks e sto cercando di diluire la densità degli stessi.

A volte uno non è proprio sicuro se gli è stata inflitta una pena, oppure gli altri hanno operato meglio e per questo si trovano davanti. Un aiuto per comprendere la situazione è consultare il sito googleminusgoogle.com, dalla quale l’esistenza ho scoperto da poco. E’ un ramo di Google che non applica Panda. Se la il vostro sito qui fosse molto più avanzato nella classifica rispetto a Google stesso, potete essere quasi certi che siete penalizzati.