martedì 10 marzo 2009

Le regole di Google

Sembra che Google ultimamente sia diventato molto più severo nel valutare i siti che visita e che stia applicando le penalizzazioni molto di più rispetto al passato. Per coloro che guadagnano la propria pagnotta lavorando su Internet, trovarsi in una condizione nella quale il sito è penalizzato è non compare nei risultati di ricerca corrisponde quasi ad una catastrofe, non proprio naturale in questo caso. Perché la regola per guadagnare i soldi con un sito è molto semplice e consiste nel essere presente sulla prima pagina per la ricerca. Niente visitatori dai motori di ricerca, e sappiamo tutti che, specialmente in Italia, Google è usato da più del 95% dei navigatori, niente soldi. Anche a me è capitato di essere vittima di questa ultima ondata delle penalizzazioni, e con questo articolo volevo ripercorrere le regole di Google insieme a te; questo è stato utile per me e spero lo sia anche
per te.

La condizione base durante il processo della preparazione di un sito e durante la sua promozione è esaminare e rispettare le regole impostate da Google, che si possono trovare al seguente indirizzo:
http://www.google.com/support/webmasters/bin/answer.py?answer=35769.
Ripercorriamole insieme nei concetti base. Sono divise in tre gruppi, e in questo modo ho preparato la mia esposizione anche io, aggiungendo a volte qualcosa dalla propria esperienza.

Design e contenuto


In breve, si consiglia di utilizzare sintassi con i link statici e che tutte le pagine che si vuole siano considerate da Google, siano linkate da almeno un’altra pagina dello stesso sito: in questo modo i motori di ricerca possono facilmente trovare tutte le risorse del sito. Il testo presente deve contenere le parole chiavi, quelle legate al tema del sito. Obbligatoriamente usare Title ed Alt tag, e se si usa anche Description tag, che sia lungo almeno 20 parole. Ci sono anche i consigli come organizzare le pagine dinamiche, ma il mio consiglio è di evitarle proprio, quando questo è ragionevole. Inoltre, controllare bene che tutti i link sono funzionanti e questo vale anche per le immagini collegate. Il numero dei link su una pagina non dovrebbe superare 100, penso questo sia il numero complessivo di quelli interni e quelli esterni. Alla fine si consiglia di scrivere i testi importanti come testi e non di inserirli nelle immagini; Google non è capace di leggere i testi inseriti sulle immagini.

Aspetti tecnici del sito


Durante la creazione del sito e prima di metterlo ondine, si consiglia di controllare la sua “leggibilità” dai vari browser, per esempio Microsoft IExplorer, Netscape (praticamente non si fa più, ma c’è ancora la gente che lo usa), FireFox, ecc., per assicurare la compatibilità con tutti e corretta accessibilità sia per gli utenti, ma anche per i robot dei motori di ricerca, in quanto a volte succede che vari browser interpretino lo stesso codice in un modo sostanzialmente diverso. Io cerco sempre di produrre un codice html più semplice possibile, escludendo javascript, visual basic e css, ove non strettamente indispensabile. Questi aspetti contengono anche una serie dei consigli sull’impostazione del server, l’utilizzo del file robot.txt, e così via.

Qualità del sito


Questa parte delle regole è quella che forse interessa di più, in quanto non rispetto di alcune può indurre Google a penalizzare il sito web, come lo dichiara in modo esplicito. Prima di tutto insiste, dire giustamente, di creare i siti per i visitatori e non per i motori di ricerca. Il fatto è alla fin fine che se il sito è fatto bene ed attira l’attenzione dei surfisti, lo stesso succederà anche con i motori di ricerca, ovviamente se sono state rispettate le regole base.

Ci si trova elenco di tutte quelle cattive e pericolose azioni che possono portare alla penalizzazione oppure, ancora peggio, all’espulsione del sito dai risultati di ricerca di Google. E’ vietato utilizzo dei testi nascosti (una pratica molto usata ai suoi tempi e che sembra rimasta nella memoria di alcuni webmaster ancora oggi), cloaking, cioè la pratica di mostrare a robot una pagina, mentre ai visitatori servire un’altra, il contenuto copiato dagli altri siti e cosiddette doorway pagine, cioè pagine dedicate soltanto ai motori di ricerca, per ottenere il piazzamento per le varie parole chiave.

Sulle altre pagine di Google, collegate a questa con le “leggi” da seguire, possono essere approfonditi alcuni aspetti, ma si possono trovare anche molti altri. Uno dei più importanti è il concetto del link naturale, cioè il fatto che il sito viene linkato dagli altri webmaster proprio per la sua qualità e per le buone e concise informazioni che offre ai naviganti. Da questo concetto fuoriesce con un semplice ragionamento, ma è sottolineato anche da Google, che i link pagati non vanno bene per niente in quanto rappresentano una forzatura del Pange Rank (è proprio per quello che si comprano) e che i siti che inseriscono sulle proprie pagine questi link saranno penalizzati. Ma c’è di più! Anche i link che portano verso i siti sponsor, quelli che ci fanno guadagnare i soldini, possono essere considerati a pagamento.

Questo fatto ovviamente è discutibile, ma visto che il padrone (leggi Google) ha sempre ragione, e non c’è un modo per fargli cambiare l’idea, meglio rispettare anche questo. Ma così si fa in questo caso? Se si tolgono i link verso gli sponsor e programmi affiliati, il sito perde il senso, ovviamente per il webmaster che lo gestisce. Niente paura, la soluzione è semplice e la da anche Google: è sufficiente inserire l’attributo rel=”nofollow” in tutti i link di questo tipo ed il problema è risolto. Addirittura, questa soluzione è anche vantaggiosa per il webmaster: il sito drena meno Page Rank e generalmente, visto che in questo modo perdono molti link, i siti sponsor arretrano nella classifica ed i siti affiliati per questo salgono e si fanno più soldi.